CABINET OF CURIOSITIES
CHERRY
NON CHIAMATELA PROFUMERIA!

NON CHIAMATELA PROFUMERIA
Sei in cerca di un profumo, o meglio del tuo profumo? Se non lo hai mai fatto, o non sai da dove o perché iniziare, questa storia potrebbe interessarti.
L’odorato è l’unico dei 5 sensi che non passa per la parte razionale del cervello, ed è questo il motivo per cui evoca sensazioni o ricordi contemporaneamente veloci e potenti.
Un profumo può sedurre, al contrario disgustare, fare innamorare o scappare da un pericolo. In un attimo può riportarti a un tempo lontano, ad una persona, con un’ intensità, nitidezza e velocità dieci volte superiori ad una foto.
Colpirti con un’emozione che solo dopo qualche secondo di “oddio, oddio cos’è…” la razionalità saprà codificare.
Per questo senza una guida esperta ci si può imbattere in errori catastrofici!
Ho sempre amato i profumi, non esco mai senza, ho sempre adorato indossare capi di persone amate ancora pieni del loro. Da piccola annusavo continuamente quelli di mia mamma e collezionavo le miniature.
Ma un giorno mi è stato svelato un mondo tutto nuovo…

La prima volta che sono entrata da Cherry cercavo semplicemente una candela profumata.
Dovevo fare un pensiero ad una signora, ero di corsa, e ad un tratto noto questa porticina rossa che assomigliava ad una profumeria: inchiodo la vespa, scendo ancora col casco in testa pensando di risolvere il mio problema in meno di un minuto.
Dentro c’erano diverse persone che annusavano cartine, osservavano flaconi, parlavano con la proprietaria. Il primo istinto è stato naturalmente quello di dire “…scusi io vorrei solo una candela non è che…”
Poi, qualcosa nei discorsi cattura la mia attenzione.
Conosco così Marina: qualcosa di magico già nel suo aspetto, non solo per il blazer scintillante che portava, o la corona esplosiva di ricci, ma anche per il suo sguardo affilato da sopra gli occhiali, il tono fluido della voce.
Ascolto un’estemporanea lezione in corso sul perché sia cosa buona e giusta scegliere un profumo artigianale piuttosto che uno commerciale, apprendo di come le molecole naturali penetrino nella nostra pelle e ne riescano trasformate in modo unico e irripetibile per molte ore, mentre quelli commerciali essendo chimici si poggiano appena con il loro profumo sempre uguale su chiunque, che si volatilizza nel giro di poco.
Racconti e storie di profumi, di nasi. Mi dimentico della mia fretta, ascolto rapita.
Entra una mamma con due bimbi piccoli urlanti per mano. Basta uno sguardo esasperato, poi “vorrei cambiare”. Marina le passa due o tre fragranze da sentire, “e intanto per oggi mettiti un po’ di questo”, dice vaporizzandole un po’ di profumo sul collo.
Poco dopo un ragazzo con l’aspetto di un giovane professionista rampante entra: “Marina, sono un leone ferito!” dichiara ridendo. Lei come un antico speziale scandaglia i flaconi “allora leone ferito…” e gli suggerisce due o tre fragranze per sanare la ferita e ritrovare la fierezza perduta.
Penso definitivamente di essere finita in un posto magico.
Voglio restare per sempre.
Mi guarda incuriosita, probabilmente perché ero li da mezz’ora. Nel frattempo avevo anche scoperto che non vendeva candele profumate. Al suo sguardo interrogativo rispondo: “Mi vergogno un po’ a dirlo…porto un Dolce&Gabbana da dieci anni, ma dopo tutte queste storie meravigliose non posso che passare all’artigianale!”.
Annusa il mio polso, mi scruta. “E’ ora di cambiare…”.
Decisamente si, cambiavano molte cose in quei giorni.
“Quando hai un pomeriggio libero vieni e troviamo il tuo profumo”.



Mi sono presentata una settimana dopo, abbiamo parlato di chi fossi, chi volessi essere, la percezione che volevo dare di me, odori cari, allergie, odori sgraditi.
Abbiamo testato almeno (almeno) 20 profumi, mi ha raccontato la storia di ognuno, di tanto in tanto odorare chicchi di caffè (per resettare le narici), alla fine ne abbiamo scelti sei.
Due sui polsi, due nell’incavo dei gomiti, due all’interno delle spalle. Mi ha mandato a casa: “Lasciali indosso tutta la notte e domani mattina guarda dove si sveglia il tuo naso: quello è il tuo profumo. Nel sonno l’inconscio lo avrà guidato”.
Da allora Marina è il mio punto di riferimento, a volte passo davanti al negozio e nel farle un saluto mi lascia una spruzzata di “qualcosa da indossare stasera”, spesso sento che sta raccontando una delle sue storie meravigliose e vorrei fermarmi li, ma quasi sempre devo scappare.
Oggi ho preso del tempo, scelgo il mio nuovo profumo, e vi regalo un assaggio – un campioncino! – di una pausa in sua compagnia.
Come nasce Cherry?
Cherry vuol dire ciliegia, perché se ci pensiamo il profumo è quella ciliegia sulla torta che può cambiare lo stile, il messaggio, o la vita di una persona:
Il profumo esiste in natura, ma da secoli l’essere umano ne trae godimento. Essendo un messaggio arriva agli altri senza che tu ne sia consapevole.
È una miscela di oli essenziali estratti da piante, fiori, radici…purtroppo una quarantina di anni fa si è sviluppato fortemente un lato chimico nella costruzione degli odori (i cosiddetti “aromi”…) sia per la cucina che per l’utilizzo delle materie plastiche il cui odore disturba l’olfatto umano.
Sai…l’olfatto è l’unico dei cinque sensi che risponde all’ipotalamo, che è il cervello emotivo. L’olfatto ha sede nel naso che è sopra la bocca: Serve a proteggere il corpo prima di tutto. Ci impedisce di ingerire cose sbagliate. All’occorrenza di sentire puzza di bruciato…
Essendo il suo primo compito la protezione, l’olfatto lavora h24, anche quando dormiamo. Nel caso degli olii essenziali naturali che oggi hanno solo i profumi di “nicchia”, penetrano nella pelle e viene restituita dalla traspirazione del corpo, quindi ha uno sviluppo che varia a seconda di dove traggono origine le materie prime, dalla loro combinazione, ma anche in base alla stagione, al tipo pelle, di persona e di carattere.

Il carattere?!
Essendo la sfera dell’olfatto attinente all’ipotalamo, quindi alle emozioni, in base al nostro sviluppo emotivo il profumo si sviluppa di conseguenza. Sembra incredibile ma una persona distaccata e controllata nello sviluppo del profumo lo rende più fedele a quello sulla touche, il cartoncino, e va avanti per più ore, ma con meno enfasi. Se invece chi lo indossa ha un carattere più emotivo, il profumo durerà un po’ meno a lungo ma verrà amplificato.
Forse anche per il calore della pelle, il battito cardiaco la sudorazione, no?!
Certo! Sale la temperatura corporea quindi è come mettere dell’acqua su un fuoco basso o sulla fiamma viva. Tutto questo però è assolutamente ingestibile dal ragionamento…


Che è la cosa meravigliosa poi!
Scegliere un profumo è come scegliere una persona con cui passare la notte.
Quando facciamo un percorso olfattivo è come se guardassimo la foto. Il cartoncino è come una chat, lo sentiamo una, due, tre volte e capiamo se ci intriga, sviluppiamo delle simpatie per qualcuno e delle antipatie o indifferenze per altri.
Spesso chi non supera la prima annusata ha a che fare con qualche allergia.
Verso la quarta capiamo se vogliamo anche portarlo a casa…La prima ora passa tranquilla, resistendo tutta la notte alcuni, a quel punto se è la persona con cui ci troviamo bene siamo felici, ma se invece ci ha infastidito anche solo per un dettaglio, come hai visto nel caso di L. poco fa con il cumino, lei se lo voleva togliere, ma quel cumino resterà li fino a stanotte! (ride) ma anche questo, come nella vita, aiuta a capire cosa ci piace e cosa no. E poi mai dire mai, perché nel tempo cambia la nostra pelle, cambiano i nostri gusti, e soprattutto cambia il nostro stato emotivo.

“Scegliere un profumo è come scegliere una persona con cui passare la notte.”
Devo dire che anche per me il profumo è una questione di stato emotivo, di come mi voglio sentire. A volte uso una delle fialette di prova che mi lasci perché ho voglia di una cosa diversa dal mio profumo quotidiano, magari un profumo che non metterei mai tutti i giorni ma quella sera o quella mattina lì, si.
Il profumo accompagna i nostri stati d’animo. Sulla pelle femminile essendoci un doppio cromosoma e un ciclo ormonale, lo stesso profumo dello stesso flacone comunque assume diverse sfumature durante il mese, mentre su un uomo è più costante.
Oggi entrare in un negozio di profumi, (che non è una profumeria!), è come entrare in una bottega dove tu parti alla scoperta, come di un giardino, un orto botanico…dove ti dicono che all’uscita puoi portare con te una pianta o un fiore. E tu parti tutta convinta perché sai già che la peonia è il tuo profumo preferito, pensi ok visito l’orto pero quando esco vorrei una peonia. Al momento della decisione dirai che la peonia si, è bella, pero avrai scoperto tante altre cose e quindi sarai molto indecisa!
L’imbarazzo della scelta!
In passato le dame andavano dai profumieri e si facevano produrre il loro profumo, che le identificava e che poi veniva lasciato cadere insieme al fazzoletto per il cavaliere.
Nel medioevo il profumo veniva prodotto specialmente per la persona che lo avrebbe usato, oggi entri qui e ci sono circa mille profumi. Devi trovare tu quello che fa per te. La scelta è molto difficile da fare individualmente, Cherry cerca sempre di accompagnarti durante la visita al famoso orto botanico e cogliendo dei dettagli, l’espressione di un tuo sorriso, o una reazione alla touche che trattieni anziché poggiare, vieni accompagnato alla ricerca di quello che tu stai cercando oggi, per come sei tu oggi.

“Il profumo – disse Coco Chanel –
è quel dettaglio invisibile che annuncia il tuo arrivo e non verrà mai più dimenticato.”
Che differenza c’è fra la scuola di profumi orientali e quella europea?
Il profumo nasce dall’uomo che annusando piante e fiori provava piacere e ha cominciato a sfruttarne le proprietà anche solo annusandoli poi piano piano indossandoli, fino all’arrivo del cristianesimo che lo ha associato ad uno strumento di seduzione. L’unico profumo che è rimasto è stato l’incenso, usato nelle funzioni religiose, poiché oltre ad essere un fortissimo purificante dell’aria, quindi antibatterico, ha anche un leggero potere di stordire, quindi la trascendenza.
Nella cultura musulmana invece il profumo è sopravvissuto anche proprio grazie alla religione, alla pulizia del corpo prima delle preghiere, e la leggenda vuole che Maometto amasse i profumi, tanto da insegnare che un corpo pulito e profumato sia degno della preghiera. E tornando agli incensi, essendo quelle zone molto calde per loro è diventato un rito necessario, e da secoli ne sono i più grandi custodi e intenditori. Dobbiamo ringraziarli se tanta tradizione del profumo e anche le materie prime di qualità sono sopravvissute fino a noi. Con le crociate i cattolici europei riscoprono i profumi, e soprattutto inglesi e francesi (per la tipologia delle corti rispetto allo stato pontificio) riportarono il profumo in patria, dando origine alla tradizione di profumieri che arriva fino ai giorni nostri.


Il gusto francese e inglese (parlo sempre degli artigianali, non dei profumi commerciali volti alla vendita a larghissima scala soprattutto per il mercato asiatico) è molto low profile, sobrio, elegante, snob. Il gusto arabo è più ricco, indossare un profumo arabo è come indossare un tacco 15! Che per carità…se lo indossi una sera ti fa sentire una diva, ma portarlo tutti i giorni può risultare impegnativo, soprattutto se non sei abituato!
Poi sicuramente ritornando al discorso dello stato d’animo c’è il giorno che ti va proprio di indossare quello, che proprio come un velo arabo ti fa venire la curiosità di sapere “chissà cosa c’è sotto”.
A questo punto partiamo alla ricerca del mio nuovo profumo, partiamo dall’ultimo che ho finito, della sensazione che voglio sentire indossandolo, proprio come si sceglie un vestito.
“Un profumo che ha mille sfumature che vengono fuori in momenti diversi, a volte ti sento arrivare da piazza di Spagna… a volte mi sorprendi alle spalle. Lo sento intenso e poi scompare…poi lo sento tornare di colpo con tutte altre note”
“Il profumo di un naso francese che ti somiglia anche. Ha raccolto il sole splendente, le spezie, le rose sacre al dio Brahma e le ha trascritte in una Lettera da una città sacra dell’India, dove si va per purificarsi.”
“Questo se chiudi gli occhi e respiri senti già i piedini nella sabbia caraibica. Non ci puoi stare sempre eh…ma un paio di mesi…”
“Questo ti ricorda il tuo vecchio profumo…è l’albero su cui si arrampica la pianta della vaniglia: l’arma di tutte le creature fatali. Legnoso ma senza lo zucchero della bacca”
Li vaporizziamo nei punti più sensibili del braccio, come da rituale, continuo ad inspirarli, sento come cambiano attraverso la mia pelle. Marina sente a sua volta, sorride, secondo me ha già capito quale sceglierò, ma mi congeda.
La saluto, anche se sarei rimasta come sempre per ore ad ascoltare le sue storie. Continuerò ad annusarmi per tutta la giornata, ma forse ho già capito anche io quale tornerò per portare a casa.



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